martedì 5 febbraio 2008

Padri sindacalisti

Di colpo scopro di avere tanti amici, gente pronta a interessarsi a me quasi a costo della vita. Ampia dimostrazione le email che inondano la casella di posta elettronica inerenti la richiesta di voto alle prossime elezioni proposte dal pianeta giornalisti. Scopro attimo dopo attimo che esistono associazioni che mai nessuno aveva avuto il piacere di presentarmi che improvvisamente piombano i loro "avvisi-preghiera" fra i messaggi di lavoro, le catene di sant'Antonio e le pubblicità di chi propone pasticche di viagra a 5 euro o un'amatriciana calda-calda entro sei minuti dalla mia risposta. Scopro fra i rappresentanti di una di queste associazioni il nome d'un tizio che ha lavorato per anni nella radio di Stato al quale chiesi un consiglio, visto che lui era sindacalista e io mi ritrovavo in mano appena un contratto di lavoro a tempo indeterminato, in scadenza di lì a 48 ore. Mi rispose "guarda, io devo da sistemà mi fijo, nun posso sta appresso a tutti quelli come te". Il figlio, per la cronaca, adesso è bello e sistemato dove, se mio padre avesse fatto il sindacalista, avrei potuto lavorare anche io. Quasi dimenticavo, però: mio padre neanche faceva il giornalista.

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